NewsQuando il corteggiamento si trasforma in stalking

16 Dicembre 2021

Deciso a dimostrare la propria ammirazione per una compaesana, un uomo aveva iniziato a farle regali, inviarle fiori, messaggi e dedicarle frasi d’amore.
Tale comportamento, apparentemente romantico, non era cessato neanche quando la destinataria aveva manifestato di non gradire le avances. Anzi, davanti al rifiuto, il corteggiamento si era fatto più insistente, tanto che ai regali sgraditi si erano aggiunti appostamenti, pedinamenti, ripetute telefonate. Alla fine la donna, esasperata, aveva deciso di cambiare numero di telefono e denunciare il suo spasimante alle autorità.

Quando il corteggiamento degenera in stalking

 

Con la recente sentenza 22 novembre 2021, n. 42659, la Suprema Corte di Cassazione ha dichiarato che appostamenti, regali e frasi d’amore rivolte ad una persona che ha chiaramente manifestato di non gradire la presenza ossessiva del corteggiatore integrano gli estremi del reato di atti persecutori di cui all’art. 612 bis del Codice Penale.

Questa pronuncia trova un precedente importante nella sentenza n. 18559/2016, con la quale la Cassazione aveva stabilito che anche regalare fiori può essere molesto se si tratta di un gesto chiaramente sgradito dal destinatario e inserito all’interno di una cornice fatta di altre condotte sgradite ed insistenti, come ad esempio lettere, messaggi, telefonate, appostamenti.

 

I requisiti che integrano il reato di stalking

 

Affinché il reato di stalking possa dirsi integrato non è necessario che vi siano violenze e minacce, ma è sufficiente che siano soddisfatti questi due requisiti:

  • la presenza di una condotta molesta, ripetuta nel tempo (anche solo due o tre volte);
  • l’effetto destabilizzante di tale condotta sul destinatario il quale si sente privato della serenità (nei casi più gravi la molestia potrebbe ingenerare stati d’ansia, timore per la propria incolumità, fino a portare la vittima a cambiare le proprie abitudini di vita).

Come tutelarsi?

 

La vittima di stalking può tutelarsi sporgendo querela alle forze dell’ordine (carabinieri, polizia, ecc.) che provvederanno a comunicare immediatamente la notizia di reato alla Procura competente.
Per questo tipo di reati è prevista una particolare procedura d’urgenza denominata Codice Rosso.

Vista la delicatezza degli interessi in gioco e l’importanza che chi è vittima di molestie possa muoversi con consapevolezza nell’articolato complesso normativo al fine di tutelare i suoi diritti, è sempre consigliabile che oltre a sporgere querela ci si avvalga dell’assistenza di un legale.

 

Studio Legale G.O.D. – Avvocati Lucca

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