Il 27 ottobre 2021 il Parlamento Europeo ha deliberato l’obbligo di esibizione del Green Pass per accedere ai suoi uffici nelle tre sedi di Bruxelles, Lussemburgo e Strasburgo.
Il ricorso degli Eurodeputati
Tale deliberazione è stata immediatamente impugnata dinanzi al Tribunale europeo da alcuni deputati, funzionari ed assistenti parlamentari che hanno chiesto la sospensione, in via cautelare, dell’obbligo di esibizione del certificato verde e l’annullamento della delibera che l’ha introdotto.
A fondamento del ricorso l’affermazione secondo la quale impedire ai parlamentari eletti di entrare in Parlamento a rappresentare i cittadini, per il solo fatto che sono sprovvisti di Green Pass, determinerebbe la violazione di principi democratici fondamentali.
I ricorrenti chiedevano, quindi, la sospensione, in via cautelare, dell’obbligo di esibizione del Green Pass e l’annullamento della delibera che l’aveva introdotto.
La pronuncia del Tribunale dell’UE
Con ordinanza del 5 novembre 2021, il Tribunale dell’Unione europea ha rigettato la richiesta di sospensione, evidenziando che la decisione di condizionare l’accesso agli uffici del Parlamento alla presentazione del certificato verde non ha né per oggetto né per effetto di rimettere in discussione l’esercizio del mandato dei deputati eletti al Parlamento. Essa, inoltre, non pregiudica l’esercizio delle attività professionali dei medesimi.
In particolare, secondo il Presidente del Tribunale Europeo “Il semplice fatto di dover sottostare a delle condizioni per accedere agli uffici del Parlamento nei tre luoghi di lavoro (Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo ndr), per ragioni di sicurezza o sanità pubblica, non significa che da questo obbligo scaturisca un pregiudizio grave ed irreparabile che giustifichi l’adozione di un provvedimento provvisorio”.
In altre parole, secondo il giudice europeo condizionare l’accesso agli uffici del Parlamento all’esibizione del Green Pass non è in contrasto con i principi democratici dell’UE, né comporta alcun tipo di pregiudizio né per i dipendenti e deputati che sono tenuti a rispettare tale obbligo.
L’esercizio della funzione pubblica è garantito e la privacy e il diritto alla salute sono rispettati
Se da una parte, infatti, la riservatezza delle persone che accedono agli uffici è assicurata dall’obbligo del segreto professionale che grava sugli incaricati della lettura del QR code, dall’altra parte l’ingresso al Parlamento è consentito con l’esibizione di certificato verde rilasciato non solo a seguito di vaccinazione o di guarigione, ma anche di tampone negativo per ottenere il quale è sufficiente sottoporsi ad un prelievo nasofaringeo privo di rischi per la salute.
D’altra parte, come evidenzia ancora il Presidente “le persone interessate hanno la possibilità di chiedere una deroga esponendo nella loro richiesta le ragioni per le quali, nel loro caso individuale, il prelievo naso faringeo causerebbe seri rischi per la salute”.
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