NewsAVVOCATI CHE HANNO FATTO LA STORIA: Lidia Poet

24 Gennaio 2023
Girano da qualche giorno in rete le prime immagini di quello che pare sarà il prossimo successo targato Netflix: una serie dal sapore legal che racconta la passione e la determinazione di Lidia Poet, la prima donna a vestire la toga di avvocato nell’Italia della seconda metà dell”800,
La storia di Lidia è senz’altro appassionante e ripercorrerla a poche settimane dal lancio della serie ( senza fare lo spoiler) può aiutare a riflettere sull’importanza di questa pioniera del diritto: figura chiave nel percorso di emancipazione femminile delle giuriste.

Nata per fare l’avvocato

Lidia Poët vede la luce nel 1855 in Piemonte.
Dotata di spiccata intelligenza e una innata passione per lo studio e la tutela dei più deboli, a 26 anni si laurea col massimo dei voti alla facoltà di Giurisprudenza di Torino con una tesi sulla condizione della femminile e sul diritto di voto.
Dopo due anni di pratica legale presso lo Studio dell’avvocato e senatore Cesare Bertea, supera brillantemente l’esame di abilitazione e presenta all’Ordine degli Avvocati la domanda per essere iscritta all’albo torinese.
La richiesta suscita polemiche, ma in assenza di norme che vietassero espressamente alle donne l’esercizio della professione, la sua domanda è accolta e il 9 agosto 1883 la Poët diventa la prima donna in Italia ad essere iscritta all’albo degli Avvocati.

Le femmine non devono immischiarsi nell’avvocheria

L’entusiasmo di Lidia è però subito freddato.
Il Procuratore Generale del Re presso la Corte d’Appello di Torino si oppone all’iscrizione della giovane all’albo affermando che: “Ponderando attentamente la lettera e lo spirito di tutte quelle leggi che possono aver rapporto con la questione in esame, ne risulta evidente esser stato sempre nel concetto del legislatore che l’avvocheria fosse un ufficio esercitabile soltanto da maschi e nel quale non dovevano punto immischiarsi le femmine“. In accoglimento a questa istanza, l’iscrizione di Lidia è, quindi, revocata.
A niente vale il ricorso in Cassazione. Per la Suprema Corte, come per la Corte d’Appello il verdetto è unanime: l’avvocato non è un mestiere per donne.

 

Il primo avvocato donna in Italia

Di fronte a questa doppia sconfitta, Lidia Poët non si perde d’animo e continua, senza titolo ma con grande determinazione, a lavorare presso lo studio legale del fratello Enrico dove si batte per i diritti dei più deboli: minori e donne su tutti.
A tanto impegno seguono i riconoscimenti da parte del mondo accademico con la partecipazione al primo Congresso Penitenziario Internazionale tenutosi a Roma e la nomina a vice-presidente della sezione diritto presso il Segretariato del Congresso Penitenziario Internazionale.

Finalmente, alla fine della prima Guerra Mondiale è emanata la c.d. legge Sacchi (L. 1179 del 17 luglio 1919) che autorizza le donne ad entrare nei pubblici uffici (eccetto quello della magistratura che resta appannaggio maschile ancora per diversi anni). Cade per Lidia il divieto di indossare la toga e all’età di 65 anni diventa ufficialmente la prima donna Avvocato in Italia.

 

I dati della professione oggi

Negli ultimi anni si è registrato un progressivo aumento del numero di donne avvocato nel nostro Paese. Se nel 1985 solo il 9,2% della popolazione forense era composta da donne avvocato, nel 2020 la professione ha visto il sorpasso del “gentil sesso” sugli uomini, seppur di pochi punti percentuali.
I fatti, dunque, parlano chiaro: l’avvocato è decisamente un mestiere per donne!

 

 

Studio Legale G.O.D. – Avvocati Lucca

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